Mozione: riconoscimento della cittadinanza onoraria a tutti i nati nel Comune di Fabriano.

Al Sindaco del Comune di Fabriano

MOZIONE: riconoscimento della cittadinanza onoraria a tutti i nati nel Comune di Fabriano

Il Consiglio Comunale di Fabriano

considerato che

nel nostro Paese e nelle Marche le famiglie extra-comunitarie sono una realtà fortemente presente e sovente radicata e che per molte di queste si tratta di permanenza ormai ultra decennale;

considerato inoltre che

le stesse portano un grande contributo alla vita sociale, culturale oltre che alla nostra economia, determinando una reale crescita del nostro popolo e Paese;

reputato che

la legislazione del nostro Paese ha subito negli ultimi anni una pericolosa involuzione escludente che contrasta con il sentire della grande maggioranza del nostro popolo favorevole ad una politica di accoglienza, integrazione ed inclusione;

ritenuto che

è necessario invertire questo orientamento con una legislazione che sia aperta e inclusiva nei confronti di quanti vivono ed in particolare nascono in Italia;

riconosce

l’opportunità che il nostro Parlamento discuta ed approvi una legge che riconosca la cittadinanza a quanti nascono nel nostro Paese a prescindere dalla nazionalità e condizione dei genitori, inserendo nella nostra legislazione il principio dello “ius soli”, rivolgendosi per questo a tutti i parlamentari della nostra Città affinché si facciano promotori di tale iniziativa legislativa;

impegna inoltre la Giunta

affinché, in attesa della legge nazionale, concedano la cittadinanza onoraria a tutti coloro che nascono nel territorio del nostro Comune come dimostrazione di una precisa volontà politica e di grande civiltà.

I Consiglieri Comunali

Emanuele Rossi
Janita Biondi

Mozione: riconoscimento della cittadinanza a tutti i nati in Italia

l Sindaco del Comune di Fabriano

MOZIONE

O g g e t t o: riconoscimento della cittadinanza a tutti i nati in Italia

Il Consiglio Comunale di Fabriano

considerato che

nel nostro Paese e nelle Marche le famiglie extra-comunitarie sono una realtà fortemente presente e sovente radicata e che per molte di queste si tratta di permanenza ormai ultra decennale;

considerato inoltre che

le stesse portano un grande contributo alla vita sociale, culturale oltre che alla nostra economia, determinando una reale crescita del nostro popolo e Paese;

reputato che

la legislazione del nostro Paese ha subito negli ultimi anni una pericolosa involuzione escludente che contrasta con il sentire della grande maggioranza del nostro popolo favorevole ad una politica di accoglienza, integrazione ed inclusione;

ritenuto che

è necessario invertire questo orientamento con una legislazione che sia aperta e inclusiva nei confronti di quanti vivono ed in particolare nascono in Italia;

riconosce

l’opportunità che il nostro Parlamento discuta ed approvi una legge che riconosca la cittadinanza a quanti nascono nel nostro Paese a prescindere dalla nazionalità e condizione dei genitori, inserendo nella nostra legislazione il principio dello “ius soli”, rivolgendosi per questo a tutti i parlamentari della nostra Città affinché si facciano promotori di tale iniziativa legislativa;

impegna inoltre la Giunta

affinché, in attesa della legge nazionale, concedano la cittadinanza onoraria a tutti coloro che nascono nel territorio del nostro Comune come dimostrazione di una precisa volontà politica e di grande civiltà.

I Consiglieri Comunali

Emanuele Rossi

Janita Biondi

SCENARI POLITICI…IL NULLA CHE AVANZA

Io sono il servo del Potere che si nasconde dietro il Nulla.”

Il lupo Gmork – La storia infinita

 Il dibattito politico cittadino attuale è come il “Nulla” che mangia lentamente Fantàsia.
Sui quotidiani locali si parla esclusivamente di candidature lasciando in un secondo piano, avvolte dal Nulla, la scelta delle coalizioni e soprattutto le proposte programmatiche per il territorio.
Il Nulla che avanza e che inghiotte gli entusiasmi e le passioni è figlio di una volontà, tutta politichese, di trovare una sintesi tra i poteri “forti ormai non più” cittadini.
Ho chiesto più volte, da un anno a questa parte, di iniziare un percorso politico comune tra le varie forze che compongono l’attuale maggioranza. Immaginavo che per una volta la politica fabrianese si sarebbe potuta sganciare dai destini individuali della nostra pessima classe dirigente e trovare una sua autonomia. Mi sbagliavo.
Il Modello Marche di Spacca e Viventi, oltre a non scaldare nessun cuore, è anche l’immagine della restaurazione e del conservatorismo di una politica che si è rivelata errata.
Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome: le primarie interne del PD saranno di fatto un’assemblea degli iscritti per ratificare una candidatura e non un momento di partecipazione e di confronto cittadino e di coalizione sulle idee e sui programmi. Ad oggi, a mio avviso, abbiamo perso una grande opportunità politica come ex centro-sinistra. Il Nulla che qui si respira è un Nulla stucchevole fatto di rimbalzi sui giornali, di coalizioni semi-imposte e ancora non ufficializzate, di cene e di incontri al vertice.
Il centro-destra, per me privo culturalmente di qualsiasi forma democratica di confronto, sembra adottare le primarie forse per non far mettere la faccia al Senatore su un candidato che a Fabriano probabilmente risulterà perdente e per mettere ancor più in difficoltà un PD che già in crisi ci sta di suo. In questo caso, a mio avviso, quello che abbiamo di fronte è un Nulla culturale e di prospettiva.
Questo è lo scenario su cui ci muoviamo: una città in profonda depressione e la maggioranza della politica che cerca di riconquistare vecchi feudi senza programmi, senza rinnovamento e purtroppo, con ben poche idee.
L’appello che rivolgo ai fabrianesi è di riempire questo Nulla di significati e di proposte concrete, chi non si ritrova in questi due modelli deve necessariamente trovare percorsi unitari, per mostrare che, da domani, una Fabriano diversa è possibile.
Per questo territorio c’è tanto da fare, tante idee da costruire e rendere concrete: la situazione occupazionale, la tenuta del reddito dei cittadini e la cura del sociale,l ‘attenzione per i migranti che vivono il nostro Comune, la gestione del pubblico che deve essere valorizzata come bene comune, la salvaguardia del territorio contro la cementificazione selvaggia e di fondamentale importanza, la democrazia partecipativa nelle scelte amministrative e di bilancio. L’appello che rivolgo alla sinistra cittadina, ai movimenti, alle associazioni e alle singole soggettività è di ritrovarsi insieme nei luoghi dove cresce la conflittualità e l’indignazione di chi non riesce a far fronte a questa crisi, di costruire un buon programma lungimirante, di presentarlo e articolarlo insieme alla collettività e soprattutto di mettere da parte egoismi di bandiera in modo da lavorare, uniti, per ridare una dignità a questo territorio.

Emanuele Rossi – Consigliere comunale

SPALATA SOLIDALE

Ripuliremo i vicoli del centro storico dalla neve come indicato e concordato con il Centro Operativo Comunale “COC”.
L’iniziativa prende piede dalla constatazione che una società civile, basata su una concezione comune della solidarietà, sia il miglior antidoto alle situazioni d’emergenza, oltre al lavoro già svolto dal settore pubblico.

 L’iniziativa è aperta a chiunque voglia contribuire portando la propria solidarietà.

VENITE MUNITI DI PALA

Primo appuntamento mercoledì 8 febbraio ore 10 Circolo ARCI “Il Corto Maltese”, via Verdi 7

Secondo appuntamento sabato 11 febbraio ore 10 Circolo ARCI “Il Corto Maltese”via Verdi 7.Effettueremo una pausa nei locali del circolo per poi riprendere nel pomeriggio, per questo invitiamo i partecipanti a portare qualcosa da mangiare per condividerlo con gli altri nel pranzo sociale.

PROMOSSO E ORGANIZZATO DA:

Circolo ARCI “Il Corto Maltese”, CSA Fabbri, RevoluzionE, Fabriano Bene Comune

Emanuele Rossi al Forum dei Comuni Per i Beni Comuni

Sabato 28 gennaio si terrà a Napoli il Forum dei Comuni per i Beni Comuni un appuntamento lanciato dal sindaco di Napoli De Magistris e promosso da vari amministratori italiani. E’ un’iniziativa che mira a coordinare i vari comuni italiani su una piattaforma di valori e prospettive politiche condivise incentrate sulla tematica dei Beni Comuni. Il momento d’incontro è basato sull’ampia partecipazione di amministratori locali,mondo dell’associazionismo, movimenti e singole soggettività che si confronteranno sulla necessità di una reale alternativa politica, dal basso, allo strapotere del mondo finanziario e alle politiche di austerity imposte dalla BCE. La convinzione profonda che guiderà la discussione sarà quella della valorizzazione di una democrazia rigenerata,incentrata non più sul concetto del liberismo economico e della privatizzazione ma sulla tutela dei diritti indisponibili propri di ogni essere umano. Gli argomenti che saranno trattati saranno molteplici : verrà analizzato il ruolo del Comune che è l’ente locale più prossimo al cittadino e vittima dei tagli ai trasferimenti nazionali con la conseguente riduzione dei servizi essenziali alla comunità. Innanzitutto è necessario che le amministrazioni locali lavorino per cessione di sovranità, ciò significa far partecipare attivamente la cittadinanza alle scelte, diventare cioè un laboratorio di democrazia diretta e partecipazione. Solo collettivamente si può uscire dalla crisi. E’ evidente che in questo momento di difficoltà i Comuni devono porre al centro delle loro scelte programmatiche la difesa del pubblico contro le privatizzazioni forzate, contro le restrizioni del patto di stabilità, per la salvaguardia del lavoro e la tenuta del reddito dei cittadini, per la tutela dei migranti e lo sviluppo realmente sostenibile del territorio. La scelta dell’attuale amministrazione napoletana di trasformare l’s.p.a. che gestiva il servizio idrico in un’azienda pubblica sta rendendo concreta la volontà referendaria espressa da 27 milioni di cittadini che non deve essere assolutamente cancellata. Siamo dalla parte dei movimenti dell’acqua che ancora si battono per l’acqua bene comune.

L’obiettivo dell’incontro di Napoli, al quale parteciperò, è quindi quello di creare una Rete tra i territori che pone al centro la tutela dei Beni Comuni e del cittadino, ridare una dignità e un’autonomia al pubblico contro le privatizzazioni e le decisioni imposte dall’alto.

 

Emanuele Rossi – Consigliere comunale

No al “Modello Marche” per Fabriano. Chi ha fallito non può continuare a gestire la nostra città!


La grave crisi occupazionale che sta investendo il nostro territorio deriva, oltre che da fattori mondiali come il fallimento del liberismo economico e la crisi della finanza globale, anche da cause tutte locali figlie di tanti anni di incapacità e di narcisismo da parte dei vertici della nostra classe politica e imprenditoriale.
L’attenzione deve essere massima perché oggi Fabriano è ad un punto di svolta. Non possiamo più continuare ad affidare il nostro destino di comunità unicamente ad una famiglia e alle sue linee dinastiche. Imprenditori e politici hanno usato per anni il ricatto voto-lavoro garantendo così la continuità del loro potere, ma oggi la crisi economica, la perdita di posti di lavoro e la conseguente caduta del reddito dei cittadini mostra drammaticamente il fallimento di queste politiche e l’impossibilità oggettiva di ripeterle. Svegliamoci.
Il Modello Marche, lo scellerato accordo PD-UDC, rappresenta la volontà di restaurazione della vecchia classe dirigente e politica fabrianese. Il Partito Democratico, seguendo direttive di vertice, sembra optare per un accordo con gli “autori dello sfascio”, vanificando così la possibilità di un centrosinistra aperto alle primarie. Sceglie la conservazione rinunciando così di fatto al rinnovamento sia di contenuti programmatici sia di personale politico.
I cittadini non devono più essere presi in giro. In questo panorama di grave crisi economica, politica e sociale il diffuso mondo che guarda ad un’alternativa a sinistra deve necessariamente ritrovare un’unità nelle lotte, nei contenuti e anche nella prospettiva.
Oggi non necessitiamo né di retorica, né di imbarazzanti balletti sui giornali: come politica dobbiamo essere chiari con la cittadinanza e proporre idee per il futuro del territorio che siano rese fattibili da una fitta rete di competenze ed esperienze. La politica verso cui dobbiamo guardare per dare voce ad una vera alternativa per il territorio fabrianese deve essere incentrata sul concetto di “bene comune”. Leggere la realtà con quest’ottica per me significa molte cose: se si considera l’acqua un bene indisponibile alle logiche del mercato, si dovrebbe pensare ad un’uscita dalla Multiservizi s.p.a e ad una gestione realmente pubblica del servizio idrico da parte del nostro comprensorio, attraverso la creazione di un’Azienda Pubblica che mai chiuderebbe i rubinetti alle famiglie in difficoltà. Il nostro territorio deve essere preservato e valorizzato e non più essere soltanto vittima della cementificazione; al tempo stesso la nostra salute deve essere tutelata dalle varie forme di inquinamento che affliggono Fabriano (l’irrisolto problema del TCE, lo stato di salubrità del Giano, l’elettrosmog). Infine considerare il lavoro un “bene comune” significa non lasciare indietro nessuno. Che in Consiglio Comunale venga richiesto di conoscere i criteri con cui sono state fatte le assunzioni da parte di Porcarelli non è un problema di attribuzioni di competenze, anzi è doveroso che venga fatto perché stiamo parlando di tanti soggetti che rimarranno esclusi e che hanno diritto ad una vita dignitosa che il pubblico, cioè il Comune, deve naturalmente aiutare e sostenere. E’ necessario creare nuova occupazione, aiutare le piccole e medie imprese a crescere, fare un serio Piano Casa, investire sulle energie realmente alternative e sui finanziamenti europei per progetti inerenti arte, cultura e turismo come fanno tantissimi comuni italiani. Su queste cose siamo indietro.
Queste sono solo alcune, ma le idee per un’alternativa devono crescere e svilupparsi secondo due direttive principali: la partecipazione e la competenza. Non basta pensare un nuovo modello di sviluppo: ad esso bisogna dare le fondamenta e renderlo concreto. Sono tantissimi i giovani fabrianesi che nel corso della loro vita hanno studiato e sviluppato competenze ad alto livello su vari ambiti, molti i ragazzi laureati disoccupati e precari. E’ necessario che queste soggettività si mettano in rete in modo da avere un ampio spettro di competenze su vari ambiti. La spinta verso il cambiamento necessità di immaginario e di concretezza nel medesimo tempo.
Il modello Spacca-Viventi si colloca totalmente fuori queste prospettive di rinnovamento.
E’ necessario che i soggetti e i gruppi politici dell’ex centrosinistra che rifiutano un accordo centrista e conservatore si uniscano velocemente in un progetto comune, per dare un’alternativa politica e sociale a questa città.

Emanuele Rossi, Consigliere comunale – Fabriano

A.Merloni, Comitato dei lavoratori a Marini e Riommi: rifiutano il confronto

Il Comitato dei Lavoratori dell’A.Merloni di Nocera Umbra e Fabriano si è fatto promotore di un’assemblea autoconvocata dei lavoratori/ci che non sono stati riassunti dalla società J.P Industries tenutasi lo scorso 28 Dicembre al Circolo “Acli” di Colle di Nocera Umbra, per discutere sulle vicende legate alla nuova acquisizione della J.P e sulle prospettive future per tutti coloro che sono stati esclusi.

All’affollatissima assemblea erano presenti i vari sindaci del territorio, assessori e S.E. Monsignor Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi, Gualdo Tadino e Nocera Umbra; hanno invece declinato l’invito la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, e l’assessore allo sviluppo economico Vincenzo Riommi, rifiutando per l’ennesima volta il confronto con i lavoratori della Merloni e dopo aver gestito insieme ai sindacati confederali questa vicenda, secondo noi nel peggiore dei modi sin dall’inizio.

Oggi ci ritroviamo con oltre 1500 famiglie senza lavoro ma in compenso è stato permesso a quel manovratore che in questi anni è riuscito a non farla rilevare a nessun’altro imprenditore (Cinesi e Iraniani che avevano persino versato una cauzione di 2 milioni di euro), di riprendersi tutti gli stabilimenti con un piano industriale insufficiente sotto ogni punto di vista e ora, dopo i sindacati, anche le Istituzioni regionali si sottraggono alle proprie responsabilità.

All’assemblea circa trecento lavoratori/sono intervenuti per esprimere il forte dissenso rispetto ai criteri adottati per le nuove assunzioni, il dibattito non si e’ incentrato sul diritto di lavorare portando a fare una guerra tra poveri, ma piuttosto si e’ ragionato sulle prospettive future: il Comitato si chiede come mai sono state tagliate fuori figure professionali importanti che di fatto servirebbero ad una ripartenza o perché non salvaguardare monoredditi (portando ad un massacro di un tessuto sociale già messo a dura prova da una crisi devastante) e qual e’ la logica della nuova proprietà che ha tagliato i costi dei lavoratori piuttosto che valorizzarne l’esperienza.

Critici rispetto alle scelte delle organizzazioni sindacali di firmare contratti al ribasso che azzerano diritti acquisiti finora, sconcertati perché si firmano accordi che in altre aziende (vedi Fiat) ci sono lavoratori in lotta per bocciarli.

Il Comitato dei Lavoratori pertanto ritiene che i lavoratori esclusi debbano avere lo stesso diritto di essere tutelati dei lavoratori assunti e che la RSU dei vari stabilimenti non abbia più questo ruolo; per questo motivo ha chiesto ai partecipanti dell’assemblea il mandato di far parte del tavolo delle trattative da qui alla fine della vicenda, con la presenza di lavoratori scelti come rappresentanti nel proprio comune legato alla Merloni. In attesa di risposta relativa alla richiesta avanzata porgiamo distinti saluti.

Comitato dei Lavoratori A.Merloni di Nocera Umbra e Fabriano
i portavoce Gianluca Tofi, Barbara Imperiale

 

#occupyMultiservizi: l’acqua è un bene comune!

Nella mattina di giovedì 22 Dicembre, una rappresentanza del Coordinamento “Acqua Pubblica” di Fabriano, dopo numerose altre iniziative volte anche al coinvolgimento della popolazione si è recata nella sede della Multiservizi di Fabriano al fine di ricevere una definitiva risoluzione riguardo la chiusura dei rubinetti alle famiglie morose.
E’ inconcepibile, vista la congiuntura economica critica che non sembra volgere a una risoluzione in cui versa la città di Fabriano, pensare che il servizio idrico possa essere soggetto ad una gestione di diritto privato, incapace di garantire la minima distribuzione dell’acqua.
Il responsabile Stroppa Luciano, appena il gruppo è sopraggiunto presso il suo ufficio al fine di ricevere chiarimenti, si è dimostrato malpredisposto ed ha colto l’occasione per abbandonare il luogo di lavoro, incapace di gestire un aperto e tranquillo confronto verbale.
Presa visione del mancato interessamento verso le richieste della popolazione stazioneremo qui fino a quando non ci verrà garantito il rispetto dei diritti umani e quindi la garanzia della distribuzione idrica.

Il responsabile di Fabriano, tornato dopo mezzora di assenza, ha acconsentito a farci parlare con il direttore generale di Ancona che, dopo una discussione al telefono, ha confermato che gli stacchi ai morosi continueranno.
Un’altra gestione dell’acqua è possibile, una gestione che sia realmente pubblica: FUORI SUBITO FABRIANO DALLA MULTISERVIZI!!!

Ex convento di S. Domenico, l’ennesimo “regalo” di Fabriano alla Chiesa

Riproponiamo questa notizia, nel caso fosse sfuggita a qualcuno. Durante lo scorso Consiglio Comunale è stata messa all’ordine del giorno questa proposta di delibera: “Approvazione accordo con la diocesi Fabriano-Matelica per utilizzo rettoria del San Domenico a servizio del Museo della Carta e della Filigrana”. Su questo punto la maggioranza si è spaccata, alcuni della minoranza non hanno partecipato alla votazione, ma l’accordo è passato anche se l’immediata esecutività non ha avuto i voti sufficienti. In sostanza, ancora una volta, invece che destinare fondi verso chi ne ha veramente bisogno c’è chi ha preferito dare l’ennesimo contributo alla diocesi.

Interpellanza sullo stato di assegnazione di locali comunali alle associazioni

All’attenzione del Sindaco di Fabriano

All’attenzione dell’Assessore competente

I sottoscritti Consiglieri comunali

Premesso

  1. Che dopo il terremoto del 1997 molte associazioni hanno perso le loro sedi e sono state costrette a utilizzare situazioni provvisorie che in alcuni casi sussistono ormai da 14 anni.
  1. Che nel frattempo si è proceduto alla ristrutturazione di locali e si sono formulate ipotesi circa le eventuali destinazioni da dare ai cosiddetti “contenitori culturali” a disposizione nel nostro comune.
  1. Che a tutt’oggi non si ha un idea complessiva chiara di come si vuole procedere in merito visto che sono circolate idee diverse verso cui poter procedere.

Considerato

  1. che la Banda Cittadina che pur essendo una associazione riveste una valenza storica e di prestigio per la nostra città è attualmente ospitata in un container fin dai tempi del terremoto.

Interpellano l’Amministrazione

Al fine di conoscere :

  1. Quale è lo stato dell’arte e quali sono le indicazioni esistenti al momento per assegnare alle associazioni aventi diritto gli spazi necessari.
  1. Come si intende risolvere il problema della sede della Banda Cittadina che riveste carattere di priorità per ciò che rappresenta e il servizio che svolge.

I Consiglieri

Emanuele Rossi

Janita Biondi