Entries from Aprile 2012 ↓

LA SITUAZIONE OCCUPAZIONALE

La situazione occupazionale dell’area montana della nostra provincia è estremamente preoccupante. L’analisi del contesto socio economico e le relative rilevazioni statistiche, forniscono una fotografia più che esaustiva delle difficoltà della fase, che purtroppo perdura da troppo tempo. Inoltre, occorre ricordarlo, i dati dell’occupazione non includono il grande numero di lavoratori in cassa integrazione ordinaria e straordinaria spesso senza prospettive concrete di reinserimento lavorativo. In generale il mercato del lavoro locale appare statico, i segnali in controtendenza deboli e spesso contraddittori. Va comunque sempre tenuto presente come dietro ai freddi numeri, ci sono persone in “carne ed ossa”: ai dati dell’occupazione si sovrappongono situazioni personali e familiari, condizioni di disagio e difficoltà e, in casi sempre più numerosi, contesti di reale povertà.
E’ uno scenario al quale fino a pochi anni fa Fabriano non era abituata. Le principali priorità sono quelle di non lasciare solo chi perde il lavoro e di dare risposte più solide e coordinate alla condizione dei lavoratori, dei cittadini e delle famiglie di fronte alla crisi.
Consapevoli delle difficoltà, si deve lavorare per costruire, in sinergia con le altre istituzioni e le forze sociali, misure utili e necessarie a contrastare la forte crisi che investe il nostro territorio.
Il Comune deve potenziare, in collaborazione con Provincia e Regione, i servizi di informazione, intermediazione e formazione mirata. Si tratta di azioni finalizzate che possono contribuire ad incrementare le potenzialità e a rispondere alle effettive esigenze del territorio, visto il sempre più urgente bisogno di diversificare il tessuto economico e produttivo locale e quindi di costruire nuovi scenari e nuove opportunità lavorative.
Va sottolineata l’utilità di un soggetto coordinatore unico per fronteggiare l’emergenza lavoro, che si può realizzare con l’entrata del Comune al 50% nel centro di formazione orientamento lavoro. Così facendo si rafforza la circolazione delle informazioni, coordinando l’azione delle numerose agenzie private dell’impiego e utilizzando risorse già disponibili nei bilanci pubblici e disponibilità offerte da operatori privati.
R
iteniamo inoltre prioritario che il Comune si attivi per far funzionare al meglio l’Ufficio Europa. Questa struttura, potenzialmente utilissima, deve essere affidata a giovani del territorio formati sulla progettistica europea o a personale comunale già esistente che deve essere però formato sull’argomento. Attraverso i finanziamenti europei è possibile organizzare eventi di rilievo nazionale e dare il via a nuove filiere produttive.
Un’ altra priorità è quella della creazione di uno sportello di aiuto/supporto per trasformare un’idea in un progetto di concreta realizzazione, attraverso il sostegno nella fase di progettazione, start up, valutazione dei costi e rischi, ecc. Il fine è quello di creare un iter burocratico rapido e unificato. Ovviamente tutto ciò deve essere fatto in piena sinergia con le varie associazioni di categoria. Di concerto con queste ultime, il Comune deve inoltre
creare tavoli di confronto ed informazione per le piccole e medie imprese in difficoltà, incentivandole ad aggregarsi e a fare “rete”, anche per non disperdere il patrimonio di esperienze nel settore della metalmeccanica di qualità, quale quella che si è sviluppata al servizio delle aziende di elettrodomestici e cappe.
E’ necessario inoltre che l’amministrazione creda realmente nelle energie alternative incentivando l’utilizzo del fotovoltaico soprattutto, ove possibile, nei tetti degli edifici pubblici e non. Oltre che rappresentare una scelta di rispetto per l’ambiente e un vantaggio economico, in questo modo si possono creare opportunità di lavoro per le aziende artigiane del posto.
Infine è compito del Comune rivalutare
le attività legate all’agricoltura, sfruttando il biologico e tutte le tipicità esclusive del territorio, consentire la creazione di orti cittadini e predisporre luoghi per i G.A.S.

 

Sergio Balducci, rappresentante FIOM-CGIL

candidato nella lista SEL-Fabriano Bene Comune per Emanuele Rossi Sindaco

Risposta alla lettera degli educatori

Assolutamente condivisibile la lettera inviata in questi giorni alla stampa dagli educatori dell’ambito territoriale 10. Si parla di un servizio di fondamentale importanza che per quanto riguarda il nostro Comune è stato esternalizzato (come tanti altri) ed è stato dato in appalto ad una ATI che raggruppa 3 cooperative.

Gli educatori sono tutti plurititolati e hanno tutti i requisiti e le competenze per poter svolgere nel modo migliore il loro lavoro, tuttavia denunciano una condizione professionale assolutamente inadeguata e mal retribuita, questo genera un decadimento nella qualità di un servizio che invece riveste una importanza fondamentale.

Sarebbe molto utile ascoltare, dalle voci dei protagonisti, quali sono le cose che non vanno e cosa si potrebbe fare per migliorare il servizio nel suo complesso. Ben venga quindi un’occasione di confronto con i candidati sindaci sull’argomento in questione. Fabriano Bene Comune – Sel dichiarano la propria disponibilità immediata.

Condividiamo in pieno la filosofia che il “sociale” riveste una importanza fondamentale per una comunità civile e solidale, ne siamo talmente convinti che nel nostro programma gli riserviamo una parte cospicua e sosteniamo che questo è uno dei servizi che va potenziato, purtroppo sono ancora troppe le gare di appalto che vengono fatte al massimo ribasso a discapito della qualità e dell’efficienza dei servizi, è ancora troppo diffusa la mancanza di regole certe e criteri condivisi. Nella maggior parte dei bandi risulta mortificata la capacità progettuale di chi partecipa all’appalto, riteniamo invece che la professionalità e l’esperienza degli operatori coinvolti possa essere determinante per migliorare il servizio,

Janita Biondi  candidata al Consiglio Comunale lista SEL – Fabriano Bene Comune per Emanuele Rossi Sindaco

Invito alle associazioni culturali di Fabriano

Alle associazioni culturali di Fabriano

Stimati appassionati di cultura e amanti del bello,

La cultura come bene comune è il filo rosso che ha unito le riflessioni di alcune persone con competenze diverse che si sono trovate a voler disegnare insieme il progetto di una città migliore: attraverso il confronto di idee, professionalità, vissuti, speranze si è delineata l’immagine composita di una comunità il cui territorio, nei suoi spazi e nelle sue potenzialità materiali e immateriali, viene vissuto creativamente e criticamente da cittadini consapevoli e coinvolti.

Le opere di ristrutturazione degli spazi culturali concluse, in corso e in programma (Complesso bibliotecario S. Francesco, Palazzo Chiavelli, Palazzo del Podestà, Spedale del Buon Gesù, Complesso S. Benedetto) rendono questo momento fluido e bisognoso di grande attenzione; il Teatro Gentile versa in condizioni di incuria e sottoutilizzo, e la recente vicenda della mancata rappresentazione di un’opera lirica ha dimostrato l’urgenza di intervenire su questo nervo scoperto; la crisi del lavoro industriale rende doverosa la riflessione sulla cultura come risorsa, non solo per ricavare nell’immediato nuovi posti di lavoro, ma anche per poter dotare la popolazione della possibilità di stabilire nuovi approcci, spirituali e creativi, a questa realtà in divenire.

Per queste ragioni il comitato Cultura della Lista SEL – Fabriano Bene Comune invita le associazioni culturali della città, e tutti i soggetti interessati a discutere questi argomenti, a partecipare all’incontro che si svolgerà MERCOLEDI’ 2 MAGGIO alle ore 21,15 presso la propria sede in Corso della Repubblica (ex Bar Piccadilly).
Non si tratta solo della presentazione di un programma politico; la nostra volontà è quella di creare uno spazio di dialogo e di favorire la messa in rete e la sinergia tra associazionismo spontaneo ed amministrazione; la nostra idea è quella di confrontarci e condividere pensieri con chi da anni si occupa di temi inerenti la cultura, per immaginare insieme una “città creativa” in cui la cultura venga percepita come bene comune, né pubblico né privato, ma libero patrimonio di tutti.

Vi aspettiamo,

Gilda Angelino, Valeria Carnevali, Elisa Latini, Gabriele Manzetti, Laura Trappetti
Lista SEL – Fabriano Bene Comune per Emanuele Rossi Sindaco

Riflessione sull’incontro dibattito di Spazio Libero

In Italia, ad ogni tornata elettorale, ritorna a diffondersi una pratica sgradevole quanto diffusa, quella dei candidati che si sottraggono al confronto con gli avversari. Le spiegazioni di questo fenomeno, che si manifesta di solito a pochi giorni dal voto, sono molteplici. Da un lato vi sono tatticismi più o meno velati, legati ad una vera o presunta posizione di forza, posizione che potrebbe essere scalfita nel dibattito o dal dibattito. Dall’altro vi sono vere e proprie paure, provocate dalla consapevolezza o di possedere un oratoria fiacca o, peggio, di essere carente quanto ad argomentazioni e idee. Si tratta comunque di un vizio tipicamente italico: il candidato che adottasse un atteggiamento del genere in altri paesi (penso in particolare agli Stati Uniti) farebbe prima, e meglio, a ritirare la sua candidatura, per sottrarsi alla inevitabile punizione dall’elettorato. Il ragionamento che viene fatto oltreoceano è semplice: come può un cittadino chiedere il consenso quando non vuole confrontarsi con i suoi avversari? Come può pensare di rappresentare chicchessia quando sceglie di astenersi dal difendere e far valere le sue idee in un contraddittorio?
Visto che in Italia questo atteggiamento stenta ad allignare, non mi sorprende il fatto in sé. A sorprendermi è l’aggravante del grottesco: Urbani rinuncia un giorno prima del confronto, motivando la sua decisione con un fantomatico conflitto di interessi con l’organizzatore. Sagramola, appresa la provvidenziale notizia, fa immediatamente valere un pregresso patto di sangue con il suo avversario: “Avevamo stabilito che se Urbani non fosse andato, non sarei andato neanche io”. Singolare fattispecie contrattuale, ma tant’è. Resta un po’ di rammarico per quello che avrebbe potuto essere e non è stato. Resta, soprattutto, la vittoria dell’opportunismo da quattro soldi sul confronto delle idee e dei programmi.

Emanuele Rossi scrive alla città

Fabriano, come l’Italia nel suo complesso, necessita di un cambiamento. Il triste epilogo del nostro modello di sviluppo cittadino e territoriale è evidente e colpisce in modo drammatico molte famiglie. La politica, nella sua accezione peggiore, per troppo tempo ha esercitato forti ingerenze sulle scelte della collettività legandosi a filo doppio con una classe industriale fallimentare e vivendo di fitte reti clientelari. Oggi è tempo di costruire una seria e credibile alternativa a questo modello. Credo però che da solo il “buon governo del territorio”non possa bastare, anche se rimane un elemento centrale e imprescindibile. Necessitiamo di ritrovare anche la “buona politica”. A livello nazionale il PD, il PDL e l’UDC hanno abdicato al loro ruolo di attori, fortemente compromessi, della scena politica nazionale lasciando in mano a “tecnici in loden” il destino della collettività. La fine, più che auspicata, del berlusconismo ha trovato al suo compimento il paese spaventato e la voglia di cambiamento che si percepiva la primavera scorsa, anche a seguito di un referendum vinto ma di fatto tradito, si è rivelata essere voglia di semplice discontinuità.

Il governo Monti sta strozzando i cittadini italiani e criminalizzando ogni forma di resistenza sociale: l’IMU, le liberalizzazioni discrezionali, l’attacco continuo all’articolo 18 e al mondo del lavoro, lo smantellamento progressivo del pubblico sono le misure richieste all’Italia dalla BCE e dal Fondo Monetario Internazionale, cioè dalla finanza internazionale, cioè dai responsabili di questa crisi che tutti ormai percepiamo come reale. La realizzazione di quella che è stata definita una macelleria sociale ricade inevitabilmente su tanti disoccupati, precari, cassaintegrati e, da oggi, esodati- termine orribile- che caratterizza però una vera e reale emergenza sociale. Queste tematiche nazionali inevitabilmente ricadono nei territori: maggiore tassazione senza riscontro di investimenti per il welfare, fabbriche che chiudono e famiglie con il destino appeso ad un filo sottile, emergenza nei pagamenti dei mutui e degli affitti, opere faraoniche incompiute, nuove forme di povertà. Fabriano non è esente da questi problemi ma abbiamo tutte le capacità per ripartire, solo se dimostreremo di essere una comunità.

Le comunità nascono però dal fare e si articolano nella costruzione di spazi per la “buona politica”. Non posso credere ai profeti della fine della politica o ai tecnici in loden che la rifiutano a priori, per me la politica non può per sua natura terminare in quanto deve essere fonte di guida e di ispirazione per una società matura. Il governo tecnico amministra in maniera asettica e gelida, ma non ha un progetto di società, una chiave di lettura del mondo e questo è evidente negli ordini di lacrime e sangue che esegue, sopra le noste teste, comandato da organismi sovranazionali che, per loro natura, non hanno a cuore il destino della nostra collettività. Essere di sinistra per me significa credere in un mondo senza soggetti sfruttati e sfruttatori, significa essere di parte, dalla parte degli ultimi, tutto ciò non è, per me, sindacabile. Questa è la politica che si deve salvare altrimenti, anche a Fabriano, rischieremo di sprofondare in derive ipertecniche o qualunquiste, entrambe a loro modo, inevitabilmente dannose.

Emanuele Rossi

PROGRAMMA ELETTORALE SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’ – FABRIANO BENE COMUNE PER EMANUELE ROSSI SINDACO

Programma SEL-Fabriano Bene Comune (in formato pdf)